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Nuova Sabatini: nel 2024 non c’è spazio per la proroga, stop al credito d’imposta

Con il 2024 diremo addio alla Nuova Sabatini: nel decreto Milleproroghe non c’è spazio per la misura dedicata all’acquisto di beni strumentali 4.0.

Il recente decreto Milleproroghe ha destato notevole attenzione per gli stralci presenti nel testo, in particolare per quanto riguarda la tanto discussa proroga per la Nuova Sabatini.

La misura, che inizialmente prevedeva l’estensione della deadline al 30 giugno 2024 per accedere alle risorse, ha subito un’improvvisa cancellazione. 

Nuova Sabatini, di cosa si tratta

Il finanziamento era stato reso disponibile alle imprese richiedenti in un’unica tranche, consentendo la riunione delle rate. Questa misura sostiene gli investimenti in beni strumentali effettuati da micro, piccole e medie imprese, agevolando l’accesso al credito con tassi di interesse agevolati.

La Nuova Sabatini, definita come agevolazione per i beni strumentali, è stata resa disponibile dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy con l’intento di facilitare l’accesso al credito delle imprese e aumentare la competitività del sistema produttivo nazionale.

Nel testo finale del decreto Milleproroghe emanato dal Consiglio dei Ministri, invece, è stato omesso lo slittamento precedentemente ipotizzato, che avrebbe consentito ai beneficiari di accedere al bonus fino alla fine di giugno 2024.

Chi resterà senza Nuova Sabatini?

La Nuova Sabatini era rivolta a micro, piccole e medie imprese (Pmi) che, al momento della presentazione della domanda, rispettavano determinati requisiti di regolarità e non erano coinvolte in situazioni di liquidazione o procedure concorsuali. La disposizione si estende a diversi settori produttivi, ad eccezione di quello finanziario e assicurativo.

I beni ammissibili dovevano essere nuovi e relativi a macchinari, attrezzature industriali e commerciali, software e tecnologie digitali. Non rientrano invece nelle spese idonee quelle relative a terreni e fabbricati, beni usati o rigenerati, né le spese inerenti a “immobilizzazioni in corso e acconti”.

Gli investimenti dovevano soddisfare specifici requisiti, quali l’autonomia funzionale dei beni e la correlazione con l’attività produttiva dell’impresa. Ma al momento, tutto ciò non sarà più previsto per l’anno 2024.
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