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Ultima Fase della Rottamazione: Azioni di Recupero per i Morosi

L’ultimo atto per il recupero di chi non ha pagato le prime due rate della rottamazione quater è stato confermato dopo l’opportunità offerta dalla conversione del Milleproroghe. Ernesto Maria Ruffini, direttore delle Entrate e di Entrate Riscossione, ha chiarito che non ci saranno ulteriori aperture per chi non ha pagato, rispondendo alle domande dei senatori durante un’audizione presso la commissione Finanze di Palazzo Madama.

Il processo parlamentare relativo al Milleproroghe ha riaperto la possibilità di aderire alla rottamazione quater per coloro che non hanno pagato le prime due rate, in scadenza nel 2023 (già soggetti a un piccolo rinvio al 18 dicembre). Il termine ultimo per il pagamento è stato stabilito entro il 15 marzo, con una tolleranza fino al 20 marzo per i versamenti. Inoltre, la terza rata è stata rinviata alla stessa data del 15 marzo, per tutti i partecipanti, non solo per coloro che hanno saltato le prime due rate, come specificato anche in una nota pubblicata sul sito di Agenzia delle Entrate Riscossione.

Successivamente a questa scadenza, come ha precisato il direttore Ruffini, verranno intraprese azioni di recupero nei confronti di coloro che non avranno pagato nemmeno in questa fase finale.

Ruffini ha poi evidenziato i dati impietosi riguardanti il sistema italiano di riscossione, con un ammontare di 1.206,6 miliardi di euro di magazzino e la possibilità concreta di recuperarne solo l’8,4%, equivalente a 101,7 miliardi di euro. Il presidente della commissione Finanze del Senato, Massimo Garavaglia, ha suggerito di concentrare gli sforzi sui 68 miliardi relativi ai ruoli del periodo 2016-2023 e considerare il recupero dei debiti più vecchi come una “sopravvenienza attiva”.

Tuttavia, la riscossione rappresenta solo l’ultimo passaggio nel rapporto tra fisco e contribuente. Ruffini ha evidenziato la necessità di ulteriori passaggi in chiave di digitalizzazione e semplificazione, particolarmente in riferimento alla dichiarazione precompilata, che da quest’anno offrirà diverse novità per i contribuenti, consentendo loro di verificare, accettare, modificare o integrare i dati già disponibili dell’amministrazione finanziaria prima di compilare il modello 730.

Ruffini ha inoltre sottolineato l’incremento delle dichiarazioni trasmesse direttamente dai cittadini senza l’intervento di intermediari, passando da circa 1,4 milioni nel 2015 a 4,5 milioni nel 2023. Tuttavia, la maggior parte dei contribuenti italiani continua comunque a farsi assistere da un Caf o da un professionista abilitato.

Il direttore delle Entrate ha infine fornito alcuni dati sulla qualità dei controlli, evidenziando che solo il 4% degli atti emessi viene impugnato in contenzioso davanti alle Corti di giustizia tributarie e che l’80% circa dei casi vede una vittoria complessiva in sede di contenzioso.

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